Francesco di Giorgio Martini (Siena, 1439-1501)



Deposizione
Bronzo
Chiesa di Santa Maria del Carmine, Venezia

L'opera si trovava in origine nell'Oratorio della Santa Croce di Urbino. In epoca napoleonica fu portata a Milano e venne in seguito acquistata dal barone Malgrani che ne fece dono alla chiesa del Carmine nel 1852. Sembra che l'opera recasse anche la scritta 'Invictissimi Federici Urbini Ducis Oblatio' di cui oggi però non rimane traccia, forse perchè apposta su una cornice marmorea o lignea da cui il rilievo venne separato. La probabile datazione risale all'indomani del trasferimento dell'artista a Urbino tra il 1475 e il 1476 circa, per lavorare alla corte del duca Federico da Montefeltro. Il suo ritratto dal caratteristico profilo col naso spezzato compare sulla destra sopra la figura di San Giovanni. Il bambino che sta davanti al duca è stato identificato nel figlio Guidobaldo nato nel 1472 e che in accordo con la datazione che viene ipotizzata sembra avere approssimativamente quattro anni. Il modellato nervoso e vibrante crea effetti di ciaroscuro di estrema mobilità che bene si accordano nell'esprimere la dinamica delle emozioni che si sviluppano nel dramma del soggetto raffigurato. Egli sembra rifarsi alla tarda produzione di Donatello come quella dei rilievi bronzei dell'altare del Santo a Padova di cui sembra riprendere oltre che la qualità del modellato, anche l'esasperazione drammatica di talune figure. Si veda a riguardo la Maddalena la cui irrefrenabile disperazione contrasta con la dolorosa rassegnazione di Giovanni. L'artista nondimeno cerca di suggerire, sull'esempio dei rilievi donatelliani, una certa profondità spaziale aggettando fortemente le figure in primo piano e modellando con segni leggeri quelle in profondità, come ad esempio gli angeli che paiono quasi disegnati sulla superficie.



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