Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore 1490 circa - Venezia 1576)



Il miracolo del neonato
Affresco, 340x355 cm

Il miracolo del piede risanato
Affresco, 340x207 cm

Il miracolo della donna ferita
Affresco, 340x185 cm

Scuola del Santo, Padova

Dai documenti relativi a questa impresa pittorica sappiamo che l'artista era già citato nel libro dei conti della Scuola il 1° dicembre 1510, ma la realizzazione degli affreschi comincerà solo a partire dall'aprile del 1511. Nel primo dei tre episodi si raffigura la scena miracolosa in cui Sant'Antonio per discolpare una donna accusata dal marito di adulterio fa parlare in difesa della madre il bambino neonato considerato il frutto del tradimento. Le figure si dispongono con sicurezza nello spazio, relazionandosi in maniera naturale attraverso gesti e sguardi che mostrano come il giovane Vecellio abbia già pienamente assimilato i fondamenti del nuovo classicismo cinquecentesco. In alcuni dei volti si osserva una notevole caratterizzazione fisionomica e psicologica che dimostra la sua grande abilità ritrattistica, facendone uno degli artisti più richiesti dalle corti europee in questo genere pittorico. Sempre connesso a questo aspetto è l'attenzione riservata all'abbigliamento, come si vede ad esempio nella figure del giovane con il mantello bianco sulla sinistra o in quella della madre del neonato sulla destra, in cui egli sa esaltare la sua sensibilità cromatica. I personaggi rappresentati occupano però solamente la metà dell'altezza del riquadro, che nella parte alta è nettamente diviso i due. Sulla sinistra un edificio in ombra nel quale campeggia una statua romana, che Tiziano trae da un rilievo antico noto come l'Apoteosi di Augusto ora conservato nel Museo Nazionale di Ravenna, e sulla destra un pendio erboso con sparute chiome di arbusti mossi dal vento. Storia e natura incombono sui protagonisti della scena, contribuendo a conferirgli quella carica eroica e insieme umanissima che sarà uno dei tratti distintivi delle figure dipinte dall'artista cadorino. Nel secondo episodio Sant'Antonio riattacca miracolosamente il piede reciso di un giovane, attorno al quale si accalcano vari personaggi che assistono alla scena anche qui in un compendio di varia umanità. Anche in questo caso spiccano, per gli intensi caratteri ritrattistici, l'uomo vestito di scuro all'strema sinistra e quello in armi subito dietro il santo. Oltre le figure l'orizzonte si distende in un bellissimo paesaggio collegato al primo piano dal grosso albero centrale. Il terzo ed ultimo riquadro fa riferimento all'episodio della guarigione della donna pugnalata dal marito geloso, che si concentra sull'azione drammatica dell'accadimento. Tiziano sa renderla con grande immediatezza attraverso lo scorcio dinamico della donna il cui braccio sollevato guida lo sguardo dell'osservatore sulla mano armata del marito. In quest'ultimo il dettaglio del ciuffo di capelli che gli attraversa la fronte restituisce con efficacia il cieco sconvolgimento del suo animo che sembra riecheggiato dalla quinta naturalistica alle sue spalle. L'apertura a destra sul secondo piano ci permette di scorgere l'epilogo della vicenda con il marito implorante di fronte al santo.