Sebastiano Ricci (Belluno, 1659 - Venezia, 1734)


San Pietro liberato dall'angelo
Olio su tela, 165x138 cm
Chiesa di San Stae, Venezia

L'opera venne quindi verosimilmente compiuta poco dopo la morte dello Stazio, avvenuta nel maggio del 1722. La bella figura dell'angelo irrompe in volo nella cella dell'apostolo sorprendendo un attonito San Pietro e volgendo le spalle allo spettatore, quasi che egli sia giunto nello spazio dipinto proveniente dallo spazio reale. La dinamicità della composizione è accentuata dalle linee diagonali create dalle figure attraverso i gesti e gli sguardi. La raffigurazione dell'evento tende a condensare in modo icastico gli elementi fondamentali del racconto evangelico per cui si osserva come l'angelo già indichi con il braccio sinistro la direzione verso la quale l'apostolo lo dovrà seguire, mentre quest'ultimo con il braccio destro mette in evidenza la grossa catena che lo trattiene e che la potenza divina farà cadere di lì a qualche istante i suoi piedi. Le pennellate ampie e sciolte accendono di luce la veste bianca dell'angelo e i bagliori ignei della nube divina.