Jacopo Bassano (Jacopo da Ponte, Bassano del Grappa 1510 circa - 1592)



Martirio di san Lorenzo, (1571)
Olio su tela, 327x209 cm
Chiesa cattedrale della Madonna Assunta e San Martino Vescovo, Belluno

Firmata e datata 1571 l'opera venne commissionata dal collegio dei notai di Belluno probabilmente nel 1570. Per la composizione l'artista si rifece all'incisione di analogo soggetto realizzata da Conelius Cort su un disegno di Tiziano che l'artista cadorino trae dalla pala che egli realizza per la chiesa dei Gesuiti a Venezia e dalla versione più tarda dell'Escorial di Madrid. Rispetto al modello originario cui si ispira, però, la scena non è rappresentata di notte ma di giorno, mentre le pose e gli atteggiamenti delle figure, a partire da quella del santo, risultano meno enfatiche e più composte. Questo comporta un inevitabile abbassamento del tono drammatico della scena nella quale il martirio sembra svolgersi quasi con modalità abitudinarie nel contesto di una serena ambientazione urbana del tutto indifferente al dramma che è in atto. Per questa pala Jacopo, con una pratica assai consolidata, riutilizza tipologie e modelli di figure da lui elaborate per altre opere a volte con soggetti anche molto diversi, creando però in questo caso, come in altri, un effetto complessivo un po' straniante. Restano tuttavia alcuni brani pittorici di altissima qualità, come la figura inginocchiata dell'aguzzino in primo piano vista di schiena che mostra i pantaloni laceri e i piedi sporchi. Questa figura la vediamo utilizzata dall'artista bassanese anche per descrivere i pastori adoranti il Bambino, conferendo a tali scene sacre una dimensione di rustica semplicità. Lo stesso particolare agli inizi del secolo successivo verrà utilizzato anche da Caravaggio per caratterizzare pastori o pellegrini, suscitando la riprovazione delle gerarchie ecclesiali che considerarono indecorose tali figure. Da ricordare infine una versione più tarda (1490 circa) nella chiesa parrocchiale di Poggiana di Riese, maggiormente legata al modello tizianesco da cui riprende anche l'ambientazione notturna. La tradizionale attribuzione al figlio Francesco è stata negli ultimi anni cambiata a favore di Jacopo, ma risulta tuttora dibattuta.



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