Alvise Vivarini (Venezia, 1445 circa – 1503/1505)



Sant'Ambrogio in trono e dieci santi
Olio su tavola, 500x246 cm
Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, Venezia

È l'ultima opera realizzata dall'artista e lasciata incompiuta per la sua morte avvenuta tra il settembre 1503 e l'ottobre 1505. Il dipinto venne realizzato per l'altar maggiore della cappella della comunità milanese presente a Venezia dedicata al loro santo patrono. L'affollata composizione si struttura in un ambiente architettonico sapientemente costruito che si sviluppa in profondità con la doppia volta a botte cassettonata che si apre nel fondo su un cielo luminoso. La luce proveniente da sinistra che si accorda con l'illuminazione reale della cappella percorre gli elementi architettonici accentuandone la rigorosa spazialità. In egual misura le figure sono costruite da un'illuminazione più contrastata che ne rileva le forme compatte. Nella parte alta si osserva Cristo che incorona la Vergine seguendo un'iconografia familiare all'arte veneziana fin dal Trecento. In questo brano pittorico è da riconoscere la mano di Marco Basaiti che portò a termine l'esecuzione della tavola il quale, stando a una testimonianza ottocentesca, aveva scritto nel cartellino in basso al centro la seguente frase ora non più leggibile: "Quod Vivarine tua fatali sorte nequisti/Marcus Basitus nobile promsit opus".



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