Paolo Veronese (Paolo Caliari, Verona 1528 - Venezia 1588)



Convito di San Gregorio Magno
Olio su tela, 477x862 cm
Santuario di Monte Berico, Vicenza

Il dipinto conservato nella sua sede originaria era stato trasferitoa inizio Ottocento alla Pinacoteca di Brera per venire poi restituito nel 1817. Nel 1848 venne malauguratamente danneggiatoo dai soldati austriaci che tagliarono la grande tela in trentadue parti che poi vennero ricomposte. La scena raffigura una delle cene che San Gregorio era uso offrire ai poveri, alla quale vi partecipò Cristo in veste di pellegrino. L'impostazione del grandioso spazio architettonico tripartito con le due scalinate d'accesso verrà ripreso e sviluppato nella famosa Cena in casa di Levi (Venezia, Gallerie dell'Accademia) che attirò le critiche dell'Inquisizione per l'eccessiva mondanizzazione del soggetto. Lo stesso artista che in realtà aveva raffigurato un'Ultima cena dovette convertirne il soggetto per rendere accettabile la presenza di numerose figure non pertinenti con il racconto evangelico, servitori mori, buffoni di corte, ricchi signori. Analogamente nella grande tela vicentina una varietà di personaggi individuati con grande attenzione, in alcuni casi frutto di autentici ritratti, animano la scena descritta con grande fluidità narrativa. La costruzione architettonica in primo piano, come quelle visibili sullo sfondo che risaltano sul cielo più scuro, hanno indotto la critica a chiamare in causa i noti rapporti dell'artista con Andrea Palladio con il quale collaborerà nella decorazione ad affresco della celebre villa Barbaro di Maser.