Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore 1490 circa - Venezia 1576)



La Vergine con il Bambino in trono, i santi Pietro, Francesco e Antonio e i donatori Pesaro (Pala Pesaro) (1519-1526)
Olio su tela, 478x268 cm
Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, Venezia

Quest'opere venne commissionata a Tiziano nel 1519 da Iacopo Pesaro, vescovo di Pathos a Cipro, per l'altare da lui dedicato all'Immacolata concezione, probabilmente la stessa dedica alla quale un altro ramo della famiglia aveva consacrato la propria cappella nella medesima chiesa, per la quale Bellini aveva eseguito il suo celebre trittico. Il committente compare inginocchiato sulla sinistra mentre alle sue spalle un soldato conduce al cospetto della Vergine col Bambino un giovane negro e un turco con il turbante. La presenza di tali figure e l'assenza dei connotati vescovili di Iacopo fanno riferimento a un episodio legato ai trascorsi militari del committente prima di intraprendere la carriera ecclesiastica, quando egli nel 1502 a capo della flotta papale aveva combattuto per papa Alessandro VI (Borgia) contro i Turchi insieme all'esercito veneziano, ottenendo il 30 agosto la vittoria a Santa Maura nel mar Egeo. Nello stendardo retto dal soldato con in cima l'alloro della vittoria si può osservare sia lo stemma dei Pesaro che quello di Alessandro VI. Nelle altre figure di donatori inginocchiate sulla destra si celano probabilmente quattro dei cinque fratelli di Iacopo e un nipote. Come attesta la tomba lastricata presso tale altare, infatti, trovarono qui sepoltura i fratelli Pesaro, mentre del solo Iacopo è la più elaborata tomba a parete sulla destra che ne reca l'effige scolpita. La struttura diagonale della pala riprende quella di Sebastiano del Piombo sull'altar maggiore della chiesa veneziana di San Giovanni Crisostomo, ma con un'impostazione monumentale assolutamente inedita per la pittura veneta. Ciò è dovuto alle possenti colonne che segnano il ritmo compositivo dell'opera, disinvoltamente utilizzate da Tiziano a dispetto della loro incongruenza architettonica. I committenti Pesaro sono raffigurati con la consueta abilità ritrattistica, il cui tono ufficiale è rotto dal giovane nipote che ci rivolge uno sguardo di straordinaria immediatezza. Le pose dei santi Pietro e Francesco sono eloquenti e naturali, mentre la figura di Sant'Antonio emerge dall'ombra dietro quella di Francesco. L'intonazione solenne della pala non impedisce all'artista di inserirvi accenti di particolare tenerezza, come lo scambio di gesti e sguardi tra Francesco e il Bambino oppure i due putti tra le nuvole che reggono la croce.