Giovanni Bellini (Venezia, 1433 circa - 1516)



Polittico di San Vincenzo Ferrer
Angelo annunziante; Cristo morto sorretto da due angeli; Maria annunziata 72x67 cm ciascuna
San Cristoforo; San Vincenzo Ferrer in estasi; San Sebastiano 167x67 cm ciascuna
Cinque episodi della vita di San Vincenzo Ferrer, tre tavole 36x60 cm ciascuna
Tempera su tavola (1465 circa)
Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, Venezia

L'opera venne commissionata per decorare l'altare della Scuola dedicata a San Vincenzo Ferrer che si era costituita già nel 1450, prima ancora della canonizzazione del sacerdote domenicano di origine spagnola, avvenuta otto anni dopo ad opera di papa Callisto III suo compatriota. L'attribuzione di quest'opera a Giovanni Bellini ha conosciuto nei secoli varie oscillazioni per poi prevalere largamente nel corso del Novecento. La pesante cornice in legno dorato che racchiude le sei tavole non è quella originaria, come si desume dalla diversa collocazione nella quale doveva trovarsi la figura centrale del santo domenicano. Esso infatti era presumibilmente collocato in posizione più elevata rispetto al San Cristoforo e al San Sebastiano, che a lui dovevano rivolgere lo sguardo verso l'alto. San Vincenzo Ferrer inoltre è raffigurato con i piedi poggiati sulle nuvole in una gloria di cherubini. Nel registro superore il Cristo morto sorretto da due angeli è un soggetto che sarà ricorrente nella produzione di Giovanni e che trova il prototipo ispirativo probabilmente nel rilievo donatelliano della basilica del Santo a Padova. Il corpo esanime di Cristo è reso con spiccato realismo in alcuni dettagli, come nelle braccia percorse dai vasi sanguigni ingrossati, un particolare che si osserva anche nella figura di San Cristoforo. Ai lati l'angelo annunziante e la Vergine annunziata in cui si può notare, nella prima delle due figure, l'abilità dell'artista nella resa dei riflessi cangianti della veste e nel piumaggio colorato delle ali. La datazione del dipinto è collocabile attorno al 1465, nei primi anni di attività dell'artista, nel quale egli comincia a formarsi un linguaggio pienamente rinascimentale emancipandosi dalla cultura ancora tardogotica del padre Jacopo. Allo stesso tempo appaiono già espressi, sia pure allo stadio iniziale, alcuni elementi che caratterizzeranno la sua produzione successiva, come la resa di una luce limpida e vibrante, che ne faranno il fondatore della pittura veneziana del Rinascimento.



Visualizzazione ingrandita della mappa