Cima da Conegliano (Giovanni Battista Cima, Conegliano, 1459-'60 – 1517-'18)



Madonna con il Bambino in trono e santi (1493)
Olio su tavola trasportata su tela, 345x202 cm
Conegliano, Duomo

L'opera viene commissionata all'artista nel 1492 dalla Scuola dei Battuti di Conegliano su iniziativa di Francesco Codroipo e Giovanni della Pasqualina, cui si fa riferimento nel cartiglio in basso al centro che reca la firma dell'artista e la data 1493. L'opera, trasportata su tela nel 1963, fu sottoposta a diversi restauri i quali, soprattutto quelli più antichi, non sempre hanno influito positivamente sulla sua conservazione. Sul piano compositivo l'opera sembra rifarsi principalmente al perduto modello costituito dalla Pala di Santa Caterina di Giovanni Bellini già nella Basilica dei Ss. Giovanni e Paolo a Venezia e andata distrutta in un incendio nel 1867. Dalla perduta opera belliniana deriva la disposizione delle figure un po' troppo schiacciata sul primo piano con gli angioletti ai piedi del trono della Vergine. Cima sembra inoltre aver tenuto presente anche un altro importante modello costituito dalla pala di Antonello da Messina che si trovava nella chiesa Veneziana di San Cassiano, di cui oggi si conservano solo tre frammenti della parte centrale al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Proprio sulla struttura architettonica della parte alta che vediamo nell'opera in questione si è basata una delle ricostruzioni ipotetiche dell'importante prototipo dell'artista messinese. In questo dipinto, in cui Cima non sembra ancora padroneggiare in modo assoluto la gestione dello spazio, le parti meglio riuscite sono le belle figure dei santi, da sinistra a destra Giovanni Battista, Nicolò, Caterina d'Alessandria, Apollonia, Francesco e Pietro. La loro volumetria compatta è tornita da una luce limpida che rivela taluni dettagli preziosi, come il corpetto e la manica di Santa Caterina, e gli atteggiamenti appaiono di solenne compostezza. Del volto di San Nicolò sembra ricordarsi diversi anni più tardi Alvise Vivarini per raffigurare il suo Sant'Ambrogio nella pala della Basilica veneziana dei Frari.



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